
Premetto che di “prodotti” in qualche misura legati alla volontà di utilizzare la mitologia nordica e il relativo folklore all’interno di narrazioni contemporanee di genere thriller, o simili variazioni, magari anche con una punta di soprannaturale, ne ho visti tanti. Anzi, in generale ho sempre pensato fossero intrinsecamente delle forzature, fatte solo per riprodurre l’analoga e ben più giustificata abitudine statunitense.
Devo però dire che questo Pagan Peak mi piace. La produzione è germanico-austriaca sia di nome che di fatto, nel senso che i personaggi sono degli investigatori che indagano su strani casi che sembrano insistere, appunto, su rituali legati ad entrambi i ceppi culturali. La storia è stratificata, densa, con tanti personaggi, attori estremamente credibili, e una regia assolutamente impeccabile, originale e altamente visuale senza essere mai eccessiva o fine a sé stessa.
Insomma, ve lo consiglio.