Non sono un grande sostenitore dell’intelligenza artificiale. O per meglio dire: trovo importantissimo questo — chiamiamolo — nuovo settore applicativo, che certamente fornisce strumenti interessanti sia all’utente medio che all’addetto ai lavori; ma nel contempo non condivido l’uso smodato e onnipresente che se ne riscontra in rete.
Detto questo, mi sono però ugualmente divertito a chiedere a Gemini di abbozzarmi un disegno in stile Robert Crumb, che illustrasse un concetto di mio interesse: la prigionia dell’autore costretto a lavorare osservato da sguardi indiscreti.
Ebbene, direi che il risultato, nello specifico di questo tratto fumettistico, ha dell’incredibile.
Mi piaceva proporvela come riflessione. Gli autori hanno sempre meno spaziotempo per creare, ed ecco che una fantomatica bacchetta magica agisce in loro vece.